INDICE
Prefazione
Presentazione
PARTE PRIMA
· LETTERE UFFICIALI PUBBLICATE
- La morte della scuola statale italiana è a buon punto! (1998)
2) Dichiarazione stato di crisi del Liceo scientifico statale Keplero (2002)
- Difesa della scuola- Lettera al quotidiano “La Repubblica” (2003)
- Al Ministro della Pubblica Istruzione, le Gelmini (2008)
- Colpire la scuola pubblica: una scelta non casuale (2010)
- Ministro Profumo, almeno Lei non ci abbandoni (2012)
PARTE SECONDA
2A) SULL’EDUCAZIONE ALLA SALUTE E ALLA PREVENZIONE
Nuove iniziative nell’ambito dell’Educazione alla Salute e alla Prevenzione dell’Aids: progetto distributori di sicurezza (2010)
2B) interviste
Intervista alle televisioni sul corso di educazione sessuale alla prevenzione delle malattie infettive (2010)
- Dopo un anno di condom a scuola: usati, ma non abusati (11/1/2011)
- Intervista programma Rai Radio2 Caterpillar del 29/4/2010
- Una scuola libera, laica e gratuita per tutti del 3 maggio 2010 (Intervista alla rivista Informatore Scolastico)
- Suona la campanella, tutti giù per terra del 09/09/2010 (Intervista a Metropolis (RomaUno TV)
- I giovani e lo Sballo5 – Matrix (Canale 5) del 6 aprile 2011: Puntata finale dedicata al sesso a scuola tra i giovanissimi (partecipano al dibattito sei esperti di settore e il sottoscritto in rappresentanza della scuola pubblica)
- Test Invalsi, la soluzione del Liceo Keplero (Intervista di RomaUno Tv del 12 maggio 2011)
- I giovani di oggi, questi sconosciuti del 18 giugno 2011 (intervista al programma Metropolis di RomaUnoTv)
- Dichiarazioni flash di inizio anno scolastico 2011 (settembre al Talete)
- Didattica essenziale al Talete (22/10/2012)
- Intervista di RAI News del 25/10/2012 (trascrizione completa dell’intervista nata proprio dalla prima protesta nazionale della scuola del 2012, partita dal Liceo Scientifico Talete di Roma)
- Dibattito del 28 novembre 2012 (programma Metropolis di RomaUnoTv) dal titolo: “Siamo tutti studenti”
- La scuola? E’ ancora un mestiere per Presidi? (estratto di un breve commento rilasciato il 20 dicembre 2012, pubblicato sul n.1 del 6 gennaio 2013 del settimanale “Famiglia Cristiana”)
PARTE TERZA
ALLEGATI
Lettere e altri contributi di approfondimento:
Lettera all’Es. Ministro della Pubblica Istruzione On.le Giuseppe Fioroni del 3/4/2007- Viale Trastevere, 76/A – 00153 Roma
2) Denuncia Autorità sovraordinate del 19/4/2007
- Riservata Personale
- Lettera di riflessioni del Prof. Petrucci Genesio inviata:
- Risposta Interrogazione Parlamentare sul caso del Prof. Petrucci Genesio
- Programma di “Attività Alternativa” all’I.R.C. nel liceo Talete
- Religione Cattolica o Attività Alternativa a scuola
- Quesito istituzionale sulla validità Progetto Attività Alternativa
- Decreto attuativo dell’insegnamento dell’Attività Alternativa
- Conclusioni
PREFAZIONE
“La scuola è aperta a tutti […] la Repubblica rende effettivo questo diritto”
La nostra meravigliosa Carta Costituzionale, all’articolo 34, sancisce, in maniera netta, il principio formale di universalità dell’istruzione -disciplinato nell’articolo precedente- che permette a tutti, senza distinzione alcuna, l’accesso al mondo dei saperi, che deve concretizzarsi nell’applicazione del principio sostanziale, ivi disciplinato, di rimozione di ogni ostacolo e impedimento a carico della Repubblica, che deve permettere, con ogni mezzo, l’effettivo godimento di questo diritto.
In queste poche parole si definiscono profilo, ratio, e finalità di una scuola pubblica, purtroppo, tremendamente distante dalla realtà effettuale; un concetto che, se rapportato alla contingenza scolastica attuale, quella narrata e vissuta dagli “addetti ai lavori”, finirebbe per sembrare quasi utopico.
Le attuali politiche di c.d. “razionalizzazione della spesa” che, negli ultimi anni, si stanno abbattendo come una scure sui finanziamenti destinati all’istruzione, rivelano, invece, una completa assenza di razionalità, palesando una mera logica di riduzione dei costi, verticalmente imposta, che continua a vessare il mondo della Scuola e dell’Università con preoccupanti risultati, sempre a carico di quelli che, proprio alla scuola, dedicano il proprio impegno e buona parte della propria vita.
I tagli, perchè è ora di iniziarli a chiamare con il proprio nome, al mondo della conoscenza, spesso nascosti dentro macroprovvedimenti finanziari o, peggio, presentati all’opinione pubblica come riforme; sono sempre di natura lineare, quindi mai contrattati con le realtà che vivono la Scuola, raramente ponderati o tarati su interventi poco invasivi, finiscono col destabilizzare l’economia dei singoli istituti, costringendo le famiglie degli studenti a farsi carico di costi che dovrebbe sopportare lo Stato.
La scuola pubblica viene messa doppiamente in ginocchio: da un lato soffre la decimazione dei finanziamenti, dall’altro è vorticosamente coinvolta in un sistema di privatizzazione che sta cercando di scalfire il principio dell’autonomia scolastica, marciando pericolosamente verso immissioni di soggetti terzi negli organi direttivi, quasi fossero azionisti della cultura.
Questo processo vede il suo apice negli ormai noti finanziamenti alle scuole non statali che, ogni anno, percepiscono sovvenzioni e contributi -quasi non bastassero le copiose rette percepite- da parte di uno Stato che, ubriacato dalle continue richieste di riduzione dei costi provenienti da un’Europa sempre più germanocentrica, sembra invertire i ruoli di questo gioco di equilibri, spostando l’ago della bilancia monetaria a favore del privato, sulle spalle del pubblico.
La pericolosità delle manovre finanziarie che gravano sulla scuola pubblica, se accoppiate alla drastica riduzione dei fondi destinati al diritto allo studio universitario, dalle semplici borse –che permettono di dare un po’ di respiro in più a studenti che diversamente non riuscirebbero nemmeno ad acquistare libri di testo di terza mano- fino ai posti alloggio per i fuori sede– ormai riservati ai soli vincitori della graduatoria, nonostante i tanti legalmente idonei- finiscono per gettare, inequivocabilmente, noi giovani in un mondo di incertezze nei confronti di un futuro che in termini occupazionali non può –o non vuole- concederci più di tanti spazi.
Mi auguro con tutto il cuore che le battaglie narrate in queste pagine, moltissime delle quali condivise personalmente con l’autore, possano servire a risvegliare le riflessioni dei lettori sulla centralità del ruolo della scuola pubblica e sulla fondamentale difesa che le varie componenti che vivono questo mondo sono chiamate a compiere in questo periodo di destabilizzazione.
La difesa della scuola è un compito difficile, che non può spettare in capo ad una sola persona o ad una sola componente: l’incisività della battaglia non può prescindere dalla coesione interna, deve passare attraverso il dialogo costruttivo e conflittuale tra le parti –perchè ogni componente deve far valere le proprie posizioni- e culminare in una sintesi, rafforzata dalle varie opinioni rappresentate attraverso i luoghi della democrazia.
Alberto Belloni